Fra le storie di terapia intensiva riceviamo e pubblichiamo quella di Shara. Shara vive negli Stati Uniti ed ha subito vari ricoveri in terapia intensiva. L’ultimo ricovero è stato caratterizzato da un lungo periodo di delirium.
Shara, venuta a conoscere il progetto di “Postintensiva.it” ha deciso di condividere la sua storia di terapia intensiva arricchita di alcune foto. La sua testimonianza che è stata ovviamente tradotta in italiano.
Le storie di terapia intensiva sono spesso molto lunghe. Visto la lunghezza del racconto si è deciso di pubblicarlo in “due puntate”, con la possibilità di pubblicare commenti o domande al fine di aiutare quanti stanno vivendo o hanno vissuto la stessa esperienza.
Introduzione
Ho scritto queste righe dopo aver passato sette mesi
in terapia intensiva… potrebbero quindi non avere alcun senso. Figuriamoci la
cronologia.
Sono una donna di cinquant’anni e sono sopravvissuta
a due tumori oltre ad altre importanti patologie conseguenza dei trattamenti
per il cancro. Sembra quasi uno scherzo l’assenza, nella mia famiglia, di un
anno senza interventi chirurgici o malattie importanti.
E’ l’umorismo della forca che mi fa andare avanti.
Stavo iniziando a preoccuparmi perchè era ormai piu’ di un anno che non
accadeva nulla di grave.
Il pronto soccorso
E’ il mio compleanno e ho iniziato ad avere tosse e mal di testa : il tipo di mal di testa che viene quando uno piange molto.
Non ricordo con esattezza cosa mi ha portato in
ambulatorio, probabilmente il sentirmi molto spossata. Comunque, per qualche
ragione mi sono vestita normalmente.
Ho preso un appuntamento e mi sono recata in
ambulatorio guidando. Mi furono rilevati I parametri vitali e mi è stato detto
di recarmi immediatamente in pronto soccorso. “Sa come arrivarci?”…non ho
neanche chiesto quale fosse il problema. A causa della mia storia clinica
infatti i sanitari non riescono a capirlo durante la prima visita. Certamente
so dove si trova il pronto soccorso: la mia casa lontano da casa.
“Li avviseremo che sta per arrivare”. Fantastico!!! Non dovro’ aspettare quattro ore per essere visitata. Ovviamente, quando sono arrivata, non c’era nessuno in attesa. “Cosi’ ha l’influenza!!! La receptionist mi ha detto che in ambulatorio è stato eseguito il test per Influenza A ed era risultato positivo. Devo essermi persa qualcosa… forse quando mi rilevavano I parametri vitali?
Prendo la stanza, mi vesto e aspetto…affamata e assetata chiedo di avere delle patatine e qualcosa da bere.
La terapia intensiva
“Dobbiamo trasferirti in terapia
intensiva”…L’ospedale “non invecchia mai”, sono sempre li’.
Come ho raccontato all’inizio sembra quasi uno
scherzo che riguarda la mia famiglia. Sono stata interapia intensiva nel 2006
per una sepsi e per altre severe condizioni. Non avevo idea che questa volta
sarebbe stata molto differente.
TANTI AUGURI A ME!!! Un viaggio in terapia intensiva
e una vita intera di allucinazioni, deficit cognitivi e fisici.
All’inizio della degenza, una delle infermiere era
molto simpatico e gentile e faceva delle battute divertenti riguardo il dramma
di Gianni Versace che guardavo in TV (perchè non c’era nient’altro), mi
raccontava di lei, aveva un odore gradevole.
Non avevo mai apprezzato cosi’ tanto il profumo
“Estee Lauder Poison”. Lei mi faceva ridere con quel tipo di cinismo che leniva
la mia paura che aumentava.
Dopo di che , e apparentemente, dopo essere stata
intubata, ha iniziato a parlare con me con quello che presumo essere il “tono
di voce della terapia intensiva”. Questo mi ha portato a scarabocchiare appunti
ai “rapitori” come ….”non ho l’altzheimer” o “non sono sorda”.
In qualche modo ho fatto suonare l’allarme del mio
letto mettendo giu’ una gamba e la mia nuova “dolce infermiera” mi ha
informato: “non devi fare altro che rilassarti”.
Dopo aver fatto scattare nuovamente l’allarme ho
iniziato ad avere cosi’ paura di lei che sono stata in grado di scarabocchiare
che non volevo fare scattare l’allarme visto che lei stava montando la mia
gabbia o qualunque cosa sembrasse.
Ovviamente questo ha aumentato la mia paranoia,
isolamento, tristezza e la voglia disperata di scappare.
Il delirium
Ho iniziato ad inviare messaggi al mio fidanzato…
del tipo: “ se non vieni immediatamente chiamo la polizia”, “devo andare a casa
il prima possibile”.
Mi è stato ritirato il telefono e sono stata
contenuta al letto.
Gli effetti dell’essere contenuta al letto ha
sicuramente esacerbato l’estrema sensazione di terrore. Ricordo di aver
allentato una delle cinghie contenitive, probabilmente piu’ di una volta.
Chissà cosa stessi cercando di fare… sicuramente tentare di scappare.
Il “viaggio” è iniziato combattendo I rapitori, I
trafficanti, essendo legati a un mezzo uomo e un mezzo robot, guardando una signora
parzialmente fatta di torta che strisciava sul muro. Il viso di mio figlio come
una applique al muro che cercava di ottenere le coordinate per salvarmi mentre
lui istruiva I mie amici su come trovarmi.
Ho sentito I miei amici arrivare, un forte colpo di
pistola e l’abbaiare di un cane. Ho sentito che I rapitori hanno sparato al
cane. Io guardavo tutte le infemiere attorno al letto a cui ero legata che mi
fissavano, si muovevano, mi indicavano dicendomi che puzzo.
Un rapitore uomo entrava e qualunque cosa facesse io
cercavo violentemente di scappare e ricordo di sentire :“abbiamo una
combattente qui” e mi spruzzava dopo barba o acqua di colonia.
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