La “visione” del proprio familiare paziente in terapia intensiva è spesso un’esperienza traumatica. La quantità di macchinari a cui il nostro familiare è connesso, spesso deturpa l’immagine che abbiamo di lui e puo’ spaventare.
La maggior parte di questi macchinari viene rimossa gradualmente, man mano che le condizioni cliniche del nostro caro migliorano.
E’ importante che i visitatori chiedano spiegazioni agli infermieri che si occupano del paziente, qualora non sia chiara la funzione delle “macchine”. La poca conoscenza puo’ infatti generare ansie e paure, che potrebbero essere evitate se solo venissero fornite le informazioni corrette nella modalità piu’ consona.
Alcuni elettrodi adesivi posti sul torace del paziente, forniscono informazioni sul ritmo cardiaco e sulla pressione arteriosa. Vengono inoltre rilevati altri valori vitali fondamentali per garantire uno stretto monitoraggio ed accorgersi immediatamente se ci fosse qualcosa che non va.
spesso i pazienti nei reparti di rianimazione non sono in grado di respirare da soli. Questo puo’ accadere a causa dei farmaci sedativi che deprimono il respiro o a causa della malattia che ha portato il paziente in terapia intensiva. Il ventilatore artificiale fornisce aria al paziente attraverso un tubo inserito nella trachea. Questo tubo puo’ essere inserito attraverso la bocca, il naso o direttamente dalla gola.
all’interno di queste pompe vengono inserite delle siringhe piene dei farmaci che vengono somministrati al paziente. Alcuni di questi farmaci infatti necessitano di una somministrazione molto precisa che solo questi dispositivi possono garantire. E’ possibile che il paziente abbia un cateterino inserito nel collo o nell’inguine per permette ai farmaci di raggiungere il torrente circolatorio.
alcuni pazienti possono sviluppare una insufficienza renale. Questo vuol dire che i reni necessitano di aiuto. L’emofiltro è un macchinario che permette depurare il sangue svolgendo molte delle funzioni che normalmente svolgono i reni. Il sangue viene prelevato attraverso un catetere inserito in una grossa vena e viene quindi “restituito” depurato attraverso la stessa vena.
l’ecmo è un macchinario che consente di sostituire il cuore ed i polmoni permettendo di “mettere questi organi a riposo”. Il sangue venoso viene prelevato tramite una grossa cannula, viene quindi ossigenato e viene poi restituito attraverso un’ altra grossa cannula nel torrente arterioso.
Le condizioni cliniche del paziente o alcuni interventi chirurgici comportano la somministrazione di grosse quantità di liquidi (sotto forma di flebo). Questa “acqua” tende ad accumularsi nel sotto cute. Spesso vengono poi somministrati dei farmaci per consentire di eliminare, sotto forma di urina, questo gonfiore.
Durante il ricovero i pazienti sono spesso sottoposti a prelievi di sangue. Inoltre la necessità di inserire dei cateteri ad esempio nei vasi sanguigni del collo, dell’inguine, delle braccia puo’ causare la formazione di ematomi. Nella maggior parte dei casi questi ematomi si riassorbono da soli e scompaiono nel giro di un paio di settimane.
Spesso le condizioni cliniche impongono ai curanti la somministrazione di farmaci sedativi. Nelle rianimazioni viene spesso indotto un “coma farmacologico”per mettere il paziente a riposo e far si’ che gli organi malati possano guarire.
La sedazione dei pazienti nelle terapie intensive viene utilizzata il minimo indispensabile e spesso viene interrotta e poi ripresa dopo qualche ora. Questo spesso permette ai curanti costanti valutazioni delle funzioni neurologiche e cognitive.
L’ambiente della terapia intensiva è un ambiente innaturale che alle volte puo’ causare confusione nei pazienti, specie in quelli piu’ anziani. Anche i farmaci sedativi possono contribuire a “confondere il paziente”. Puo’ capitare che il paziente, anche se sveglio, non ricordi quanto avvenuto, abbia delle allucinazioni o comportamenti bizzarri. Spesso questo “delirium” è transitorio e si risolve nel giro di qualche giorno.
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